Calciatori pagati con soldi
pubblici, il ministero di Giustizia presidente dell’Astrea
La formazione milita nel
campionato di serie D. I giocatori prendono fino a 1800 euro per due
allenamenti alla settimana. A fine carriera po possono contare su un posto
fisso nella polizia penitenziaria
Altri tempi quelli in cui Francesco Guccini
cantava che la mamma aveva ragione nel dire che “un laureato vale più di un
cantante”. In un bando del ministero di Grazia e Giustizia per entrare a far
parte del corpo di polizia penitenziaria, infatti, una presenza in serie B vale
come titolo 24 volte in più di un master in criminologia alla Harvard Law
School. Il concorso è stato creato per risollevare le sorti dell’Astrea,
squadra di calcio di serie D di proprietà del Ministero di Grazia e Giustizia.
Niente calciomercato dunque: dopo risultati non proprio esaltanti ecco che
arriva il concorso per reclutare nuove e valide risorse. Ai fini della
graduatoria finale contano poco laurea (1 punto) o master (0,5 punti), rispetto
alla partecipazione a un campionato di serie C (8 punti), di serie B (12 punti)
per non parlare di una convocazione in nazionale che garantisce 25 punti.
I vincitori del bando, poi, vengono inquadrati come dipendenti della polizia
penitenziaria. Lo stipendio fisso non è di quelli che fanno girare la testa nella
categoria (in serie D un attaccante da 20 goal a campionato arriva a prendere
anche oltre 3mila euro al mese): dai 1300 ai 1800 euro, per sole due ore al
giorno di allenamento e con le trasferte considerate alla stregua di missioni.
Quello che fa la differenza, però, è che alla fine della carriera sportiva per
i giocatori dell’Astrea non ci sarà nessun patema d’animo su cosa fare da
grandi: saranno assegnati a lavoro d’ufficio in istituti penitenziari o
comunque nel corpo della polizia penitenziaria.
Una squadra, l’Astrea, diversa dalle altre in tutto e per tutto: anche la
gestione finanziaria infatti non ha nulla in comune con le altre squadre di
serie D, che, non potendo contare sui soldi delle tv, ed essendo comunque poca
roba i ricavi provenienti dalla vendita dei biglietti, fanno ampio ricorso alle
sponsorizzazioni e, soprattutto, ai presidenti che mettono mano al portafoglio.
L’Astra, invece, di sponsor non ne ha, né sulla maglia bianco blu né al campo
di gioco, lo stadio Casal del Marmo di Roma. Lo statuto della squadra dice che i fondi si basano su “somme stanziate sui
capitoli di bilancio passivo del Ministero della Giustizia che consentono
l’imputazione della spesa” e poi “fondi erogati dall’Ente Assistenza per il
personale dell’Amministrazione penitenziaria” oltre che a contributi di Figc e
Coni e introiti derivanti da vendita di biglietti e cessione di diritti
televisivi e radiofonici.
E’ chiaro dunque che, almeno una parte del bilancio dell’Astrea, è a spese dei
contribuenti. Un’altra parte è composta da una sorta di contribuzione
volontaria del personale della polizia penitenziaria. Non è dato sapere però a
quanto ammonti una voce e a quanto l’altra: il ministero non fornisce il
bilancio dell’Astrea Calcio, e in ogni caso per le squadre di calcio
dilettantistico il bilancio d’esercizio non è vincolante, ed è esonerato da
molteplici obblighi che hanno i professionisti (redazione bilancio CEE,
deposito presso il Registro delle Imprese ecc).
Elementi che fanno storcere il naso a chi il calcio lo fa in maniera
tradizionale. Massimo Taddeo, presidente della Forza e
Coraggio, squadra vicinissima a vincere lo scorso campionato di serie D a
ilfattoquodiano.it dichiara:
“Certo che se una squadra può offrire ai giocatori qualcosa come una
sistemazione per la vita è avvantaggiata rispetto alle altre. Un calciatore,
ovviamente, sa che solo pochi fortunati, specie in serie D, possono restare nel
circuito del pallone come allenatori o direttori sportivi, perciò se qualcuno
può offrire un lavoro che dura per sempre è chiaro che ha qualcosa in più
rispetto alle concorrenti. In più, pensare che una squadra possa avvalersi,
anche in misura minima, di soldi pubblici, è tutt’altro che simpatico”.
E in effetti non soltanto ai presidenti concorrenti, ma anche ai contribuenti
la notizia dell’Astrea “squadra a statuto speciale” non è piaciuta: è partita su internet una petizione per chiedere
al Ministero che cessino le assunzioni di calciatori e il finanziamento con
soldi pubblici per l’Astrea. In
ultimo c’è da pensare ai detenuti: vincere la tradizionale partitella di
pallone contro le guardie per chi è dietro le sbarre ha spesso motivazioni che
vanno oltre il semplice lato sportivo. Chi glielo dice adesso che dovranno
battere dei campioni?
www.ilfattoquotidiano.it
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