mercoledì 28 marzo 2012

IL CARCERE ITALIANO IN PILLOLE

Sono 67.510 i reclusi in Italia, 45.572 i posti disponibili. Un tasso di sovraffollamento del 149% contro il 99% della media europea.
Resta alto il numero dei suicidi: 68 nel 2011. E dal 2000 sono 85 gli agenti di polizia penitenziaria che si sono tolti la vita.



67.510 i detenuti nelle carceri
45.572 i posti disponibili
28.457 i detenuti in carcerazione preventiva
47 i detenuti eccedenti ogni 100 posti disponibili
68 i suicidi in carcere nel 2011
85 i suicidi tra gli agenti di polizia penitenziaria dal 2000 ad oggi
99% l’indice di sovraffollamento nelle carceri europee
149% in italia
1.491 i condannati all’ergastolo
7.311 i detenuti con meno di 25 anni
20,68% la percentuale di detenuti che lavora
3, 95 miliardi di € le risorse a disposizione nel 2007
2, 77 miliardi di € nel 2010
134 milioni di € la situazione debitoria dell’amministrazione penitenziaria
25mila i detenuti di origine straniera, pari circa al 30%
7.000 di questi, di origine balcanica
5.200 i marocchini
3.500 i romeni
675 milioni di € la cifra promessa in tre anni dal piano carceri di Alfano
9.150 i posti previsti in più
20 i nuovi padiglioni previsti

martedì 27 marzo 2012

SEVERINO IN TV

Carceri/ Severino: Verificheremo se riaprire Pianosa e Asinara
E sulle carceri: Cambiare filosofia, può essere luogo redenzione

                                                      Pianosa

"Sto insistendo per recuperare quella somma che è assolutamente necessaria per cambiare la filosofia del rapporto tra detenuto e il carcere. Il carcere deve essere un luogo certamente di punizione ma anche di redenzione, di ritorno alla società. Noi dobbiamo fare qualunque sacrificio perché questo avvenga". Così il ministro della Giustizia, Paola Severino Di Benedetto, intervistata da Speciale Tg1-l'inchiesta dedicata all'emergenza carceri, in onda questa sera. Sull'ipotesi di riaprire le carceri  di Pianosa e dell'Asinara, chiuse nel 1998, ha dichiarato: "Tra un pensierino e la decisione di riaprire queste carceri ci passa una bella distanza, ci passeranno delle verifiche. Io vorrei verificare la situazione dell'Asinara e di Pianosa, non perché necessariamente debbano essere riaperti ai 41bis, ma perché, per esempio, potrebbero essere dei luoghi per degli esperimenti che tengano conto anche dell'aspetto ambientale. Noi - ha aggiunto il Ministro -  abbiamo già un esperimento isolano molto importante che è quello della Gorgona nella quale alcuni detenuti lavorano sul territorio  per proteggere l'ambiente, per tutelarlo, per dare una mano in senso attivo alla protezione di ciò che li circonda. Ecco, se fosse possibile ripetere questo esperimento, perché chiudersi prima ancora di aver verificato?". Parlando del problema della carenza di personale di polizia penitenziaria, il ministro della Giustizia ha annunciato che quest'anno, per la prima volta, sarà immesso nuovo personale. "Avremo - ha detto  - 700 persone in più nell'organico. Il che non è poco in un momento nel quale c'è il blocco delle assunzioni. Siamo in controtendenza".

domenica 25 marzo 2012

CARCERI: SEVERINO, AVRO' GRANDE ATTENZIONE ALLA SANITA' DI OGNI DETENUTO


''La sanita' in carcere e' un tema complesso,che va affrontato mettendo in rete competenze di soggetti istituzionali, ma anche il contributo generoso, competente delle associazioni di volontariato e dei cappellani delle carceri che, da sempre, assicurano un supporto fondamentale nell'assistenza ai detenuti''. Lo scrive il Guardasigilli, Paola Severino, in un messaggio alla Cei, al seminario 'Salute e carcere: quale pastorale?', promosso dall'Ufficio nazionale per la pastorale della sanita'. ''Sono certa che da questa giornata di studio emergeranno analisi e proposte concrete, confermo il mio personale impegno nel seguire con la piu' alta attenzione il tema della sanita' in carcere''. ''L'encomiabile opera svolta dai Cappellani delle carceri - aggiunge il ministro - costituisce una preziosa e insostituibile testimonianza di vicinanza e assistenza verso coloro che vivono la condizione detentiva. Il concetto di salute della persona, infatti, non puo' essere confinato alla cura della malattia e delle dipendenze, in quanto investe l'esistenza delle persone che vivono una condizione di privazione della liberta' e quindi anche di deprivazione affettiva e di limitazione delle capacita' relazionali''. 

mercoledì 21 marzo 2012

CARCERE TRANI : IL DIRETTORE PIARULLI RINTUZZA GLI ATTACCHI DELL'OSAPP


     carcere Trani

Le osservazioni dell'Osapp su una supposta persistente violazione di taluni istituti contrattuali (orario di lavoro e lavoro straordinario) da parte della Direzione del carcere di Trani sono state rispedite prontamente al mittente da parte della dott.ssa Bruna PIARULLI,direttore del carcere tranese,che con una stringata ed efficace nota  ha comunicato al sindacato che nessuna violazione contrattuale si era registrata in data 1° marzo 2012 nell'ambito dell'attività lavorativa svolta dal personale di Polizia Penitenziaria di servizio al Nucleo traduzioni dell'istituto penitenziario.
Le intervenute modificazioni sui turni di servizio e l'effettuazione di prestazioni lavorative straordinare sono da imputarsi - ha precisato il tenace direttore del carcere tranese - a " non programmabili ed indifferibili esigenze di servizio".

INGHILTERRA

Decolla il dibatto su carceri e giustizia anche in Inghilterra

 

Non solo in Italia. Anche Nel Regno Unito la discussione sulle carceri come appendice di questioni gravissime inerenti la giustizia incomincia a decollare.Il dato nuovo riguarda l’accelerazione della discussione, che si sta spostando dai circuiti scientifici e degli operatori specializzati all’opinione pubblica.

Quotidiani come “Guardian” e “Independent” si affiancano ora anche alla “BBC” nel promuovere il coinvolgimento della politica e dei cittadini su una questione che sta diventando intollerabile anche qui.

Proprio questo periodo la “BBC Radio4” ha presentato uno speciale del programma Start of the Week con Andrew Marr dedicato al tema JUSTICE. Andrew Marr da una trentina d’anni copre il dibattito politico sia in radio che in televisione, una specie di icona giornalistica inglese noto per il tono spassionato con cui incalza i politici su questioni spesso scomode per chi fa politica ma fondamentali per i cittadini. Ma vediamo di cosa hanno parlato gli ospiti di Marr. Alla mezzora di discussione hanno preso parte diverse persone che hanno seguito le vicende carcerarie sia dall’interno, come John Podmore, che dall’esterno come organizzazioni politiche (Sharmi Chakrabati del movimento non-profit Liberty). E nello studio di Marr gli ospiti hanno anche avuto modo di parlare di una nuova commedia teatrale basata sulla Corte Penale Internazionale – una nuovissima commedia dove il famoso anti-eroe patafisico “Ubu Re” di Alfred Jarry viene portato alla International Criminal Court con esiti fra il satirico e il tragico.
Il dato da cui partire sono i circa 88mila detenuti: in rapporto alla popolazione si tratta di un valore molto preoccupante, mai così alto nella storia. Sembra che di fronte a diversi problemi difficili da gestire, come immigrazione,comportamenti giovanili anti-sociali, e violenza urbana, la risposta sia quella di ‘chiudere tutti dentro’ sperando che il problema passi. Ma non passa, anzi diventa un problema di legalità e di diritto, oltre che di giustizia in senso ampio (fairness).
Al dibattito Shrami Chakrabati ha efficacemente sostenuto che mentre i politici continuano a batter la grancassa della lawand order, trascurano la rule of law. Il contrasto fra queste due nozioni viene allo scoperto proprio nel nodo carcerario, espressione anche fisica, visiva e sociale.
Gli ospiti di Marr hanno ricordato ancora una volta come la stragrande maggioranza delle ricerche sul caso inglese abbiano concluso che il carcere si caratterizza come una delle strategie meno efficienti per conseguire l’obiettivo della riabilitazione. Allora – la trasmissione ha insistito sul punto – dobbiamo chiederci per quali ragioni si cerchi nel carcere una soluzione e per quali problemi. Ammesso che sia una soluzione, non si tratta della soluzione di maggior efficacia se l’obbiettivo deve essere la riabilitazione. Anzi, diventa difficile trovare quale sia questo grande fine sociale dell’impennata delle carcerazioni, soprattutto se si osserva che i livelli di corruzione sono molto alti nelle carceri.
La società inglese, che ha livelli comparativamente modesti di corruzione, sta producendo corruzione dentro le carceri, con possibilità di contagio (ovviamente i carcerati escono e tornano nella società). Infine, molto interessante anche il dato sui livelli di età che continuano a salire: ci sono tanti carcerati di 70 – 80 anni di età. Questi non hanno bisogno di carcere, ma di assistenza sociale. Metterli negli ospedali penitenziari ha un costo altissimo e non è socialmente giustificabile. Tutto questo lascia poco sperare in una situazione di congiuntura economica come quella attuale. Diventa molto improbabile che i ministri investano risorse nel miglioramento delle carceri, per esempio aumentando il budget per istruzione e corsi nelle prigioni.
Conclusione: un deterioramento complessivo della condizione carceraria, una deriva pericolosa per la rule of law, un problema carceri che diventa problema di giustizia.

domenica 18 marzo 2012

DA DOVE ESCONO I SOLDI PER MANTENERE L'"ASTREA"?


di Cristiano Vella | 18 marzo 2012

Calciatori pagati con soldi pubblici, il ministero di Giustizia presidente dell’Astrea
La formazione milita nel campionato di serie D. I giocatori prendono fino a 1800 euro per due allenamenti alla settimana. A fine carriera po possono contare su un posto fisso nella polizia penitenziaria
Altri tempi quelli in cui Francesco Guccini cantava che la mamma aveva ragione nel dire che “un laureato vale più di un cantante”. In un bando del ministero di Grazia e Giustizia per entrare a far parte del corpo di polizia penitenziaria, infatti, una presenza in serie B vale come titolo 24 volte in più di un master in criminologia alla Harvard Law School. Il concorso è stato creato per risollevare le sorti dell’Astrea, squadra di calcio di serie D di proprietà del Ministero di Grazia e Giustizia.

Niente calciomercato dunque: dopo risultati non proprio esaltanti ecco che arriva il concorso per reclutare nuove e valide risorse. Ai fini della graduatoria finale contano poco laurea (1 punto) o master (0,5 punti), rispetto alla partecipazione a un campionato di serie C (8 punti), di serie B (12 punti) per non parlare di una convocazione in nazionale che garantisce 25 punti.

I vincitori del bando, poi, vengono inquadrati come dipendenti della polizia penitenziaria. Lo stipendio fisso non è di quelli che fanno girare la testa nella categoria (in serie D un attaccante da 20 goal a campionato arriva a prendere anche oltre 3mila euro al mese): dai 1300 ai 1800 euro, per sole due ore al giorno di allenamento e con le trasferte considerate alla stregua di missioni. Quello che fa la differenza, però, è che alla fine della carriera sportiva per i giocatori dell’Astrea non ci sarà nessun patema d’animo su cosa fare da grandi: saranno assegnati a lavoro d’ufficio in istituti penitenziari o comunque nel corpo della polizia penitenziaria.

Una squadra, l’Astrea, diversa dalle altre in tutto e per tutto: anche la gestione finanziaria infatti non ha nulla in comune con le altre squadre di serie D, che, non potendo contare sui soldi delle tv, ed essendo comunque poca roba i ricavi provenienti dalla vendita dei biglietti, fanno ampio ricorso alle sponsorizzazioni e, soprattutto, ai presidenti che mettono mano al portafoglio.

L’Astra, invece, di sponsor non ne ha, né sulla maglia bianco blu né al campo di gioco, lo stadio Casal del Marmo di Roma. Lo statuto della squadra dice che i fondi si basano su “somme stanziate sui capitoli di bilancio passivo del Ministero della Giustizia che consentono l’imputazione della spesa” e poi “fondi erogati dall’Ente Assistenza per il personale dell’Amministrazione penitenziaria” oltre che a contributi di Figc e Coni e introiti derivanti da vendita di biglietti e cessione di diritti televisivi e radiofonici.

E’ chiaro dunque che, almeno una parte del bilancio dell’Astrea, è a spese dei contribuenti. Un’altra parte è composta da una sorta di contribuzione volontaria del personale della polizia penitenziaria. Non è dato sapere però a quanto ammonti una voce e a quanto l’altra: il ministero non fornisce il bilancio dell’Astrea Calcio, e in ogni caso per le squadre di calcio dilettantistico il bilancio d’esercizio non è vincolante, ed è esonerato da molteplici obblighi che hanno i professionisti (redazione bilancio CEE, deposito presso il Registro delle Imprese ecc).

Elementi che fanno storcere il naso a chi il calcio lo fa in maniera tradizionale. Massimo Taddeo, presidente della Forza e Coraggio, squadra vicinissima a vincere lo scorso campionato di serie D a ilfattoquodiano.it dichiara: “Certo che se una squadra può offrire ai giocatori qualcosa come una sistemazione per la vita è avvantaggiata rispetto alle altre. Un calciatore, ovviamente, sa che solo pochi fortunati, specie in serie D, possono restare nel circuito del pallone come allenatori o direttori sportivi, perciò se qualcuno può offrire un lavoro che dura per sempre è chiaro che ha qualcosa in più rispetto alle concorrenti. In più, pensare che una squadra possa avvalersi, anche in misura minima, di soldi pubblici, è tutt’altro che simpatico”.

E in effetti non soltanto ai presidenti concorrenti, ma anche ai contribuenti la notizia dell’Astrea “squadra a statuto speciale” non è piaciuta: è partita su internet una petizione per chiedere al Ministero che cessino le assunzioni di calciatori e il finanziamento con soldi pubblici per l’Astrea. In ultimo c’è da pensare ai detenuti: vincere la tradizionale partitella di pallone contro le guardie per chi è dietro le sbarre ha spesso motivazioni che vanno oltre il semplice lato sportivo. Chi glielo dice adesso che dovranno battere dei campioni?

www.ilfattoquotidiano.it

domenica 11 marzo 2012

EFFETTO DELLE NUOVE LEGGI

Nelle carceri in calo il numero di detenuti"

Così il nuovo presidente del Dipartimento amministrazione penitenziaria, Giovanni Tamburino. "Andiamo da un picco di quasi 69 mila detenuti - afferma – a 66.600 di qualche giorno fa".


"Nelle carceri in calo il numero di detenuti"
Carcere

ROMA - Nelle carceri italiane, per la prima volta, è in calo il numero dei detenuti, per "l'effetto delle nuove leggi" e per "un calo del numero dei reati puniti con la detenzione". Lo afferma il nuovo presidente del Dap (dipartimento amministrazione penitenziaria), Giovanni Tamburino in una intervista. "Andiamo da un picco di quasi 69 mila detenuti - afferma – a 66.600 di qualche giorno fa", "comunque rispetto ai 47-48 mila posti effettivi, abbiamo 66 mila detenuti e lo scarto è intollerabile". Tamburino pensa ad un nuovo modello di carcere 'leggerò per alcuni detenuti "in grado di assumere un impegno e rispettarlo". "Chi contravviene dovrà pagare seriamente il tradimento - aggiunge - . Ciò cambierà la vita interna in carcere le modalità della custodia". Il modello consiste nel consentire a circa 20 mila detenuti di lavorare in carcere, mentre per il capo del Dap è da rivedere l'uso del braccialetto elettronico. "A mio parere - prosegue Tamburino - occorre rivedere la questione perché se da oltre 10 anni si paga molto per un servizio pressoché inesistente è evidente che qualcosa non va".

sabato 10 marzo 2012

LE CONTINUE RICHIESTE DI IMMEDIATE ISPEZIONI SONO SOLO DELLE "NOTE DI COLORE " O " EFFETTO SCENICO". IL SAPPE DI TRANI CONTRO CERTI SINDACALISTI CHE CON COMUNICATI SINDACALI INCOMPRENSIBILI TENTANO DI OFFUSCARE LE CAPACITA PROFESSIONALI E L'ONESTA' DEGLI ALTRI!

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Sappe - Segreteria Provinciale Sede di Trani
telefono 392/6182003 Via Andria, 300 – Trani 
E-Mail: bruno_n@hotmail.it

Prot. n°18/12spb Trani, lì  05 marzo 2012

Al Direttore Reggente
Dr.ssa A. A. Bruna PIARULLI
Casa Circondariale
T R A N I
Al Segretario Generale SAPPE
Dott. Donato Capece
R O M A
Al Segretario Nazionale SAPPE
Federico Pilagatti
B A R I
Al Personale di Polizia Penitenziaria
Istituti Penitenziari
T R A N I

Oggetto: ingerenze e disinformazione sindacale posta in essere nei         confronti del N.T.P. della Casa Circondariale di Trani.

Questa Segreteria ancora una volta è costretta a intervenire per smentire chi,ostentando nelle sue bacheche, incomprensibili comunicati sindacali, offusca “ad personam”,le capacità professionali e l’onestà di alcuni poliziotti penitenziari, inoltrando comunicati sindacali agli Uffici più disparati dell’Amministrazione Penitenziaria. Premettiamo che da tempo questa O.S., come altre OO.SS., ha messo da parte questi “personaggi”, né tantomeno ci soffermiamo a rispondere alle singole affermazioni provocatorie che procurano inutili allarmismi o foraggiano continue richieste, a ciclostile, di “immediate ispezioni” che, riteniamo essere solo una “nota di colore o effetto scenico. Non entriamo nel merito di questi comunicati i quali, in quanto privi di fondamento, iniziano ad esporre il loro contenuto con un “sarebbe”, ma riteniamo doveroso fare chiarezza nei confronti dei colleghi, che giornalmente svolgono, con abnegazione e spirito di sacrificio, il loro lavoro, e che vengono confusi da notizie errate. Relativamente al N.T.P. di Trani, ricordiamo che l’attuale organico, con il relativo carico di lavoro, è di n. 41 unità, compreso il Coordinatore e vice Coordinatore, e non “circa 43 unità”. Inoltre, a comprova dell’infondatezza delle motivazioni contenute nei suddetti comunicati sindacali, che ostentano,con convulsione,l’“immediato allontanamento per accertata violazione nell’inserimento del PIL 27.3.2010 II.PP. Trani”, “del Vice Coord. del Ruolo Sost. Comm. Isp. Superiore”, si evidenzia che quest’ultimo, ha dato la sua disponibilità ad affiancare, in via temporanea, l’attuale Coordinatore del N.T.P. subentrante, in attesa dell’individuazione del nuovo Vice Coordinatore, per situazioni contingenti l’organizzazione del servizio stesso e secondo la vigente Organizzazione del Lavoro che prevede, tra l’altro, un periodo di affiancamento a chi ricopre un nuovo posto di servizio. Più in particolare l’affiancamento, nei posti di servizio che richiedono specifiche competenze, è espletato dal personale che risulta essere più esperto. Certamente, come normativamente previsto, l’attuale vice coordinatore pro-tempore del N.T.P. potrà lasciare il suo incarico quando il Coordinatore subentrante sarà stato messo in condizione di operare da solo e conoscere tutte le criticità del settore, per poi espletare l’incarico di Coordinatore di altra Unità Operative, in base alle responsabilità derivanti dal grado rivestito. Tanto si doveva per la necessaria chiarezza nei confronti di tutto il personale di Polizia Penitenziaria e dei nostri interlocutori, relativamente ad un’errata esposizione di parte.
Cordiali Saluti.

Il Segretario Provinciale  Sappe
Nunzio Bruno

mercoledì 7 marzo 2012

FORTE APPELLO-DENUNCIA DI MANNIELLO (SAPPe) E GRIPPO (UIL) AL PERSONALE DI POLIZIA PENITENZIARIA DELLA BASILICATA


Forte appello-denuncia dei Segretari regionali dei sindacati di Polizia Penitenziaria della Basilicata Giuseppe Manniello (Sappe) e Giovanni Grippo (Uil) che,rivolgendosi al personale di Polizia Penitenziaria , criticano aspramente "certi sindacalisti che continuano a voler ignorare la realtà pensando di predicare bene ma continuando a razzolare male".Dopo una disamina di alcune vicende sindacali intervenute nell'ultima contrattazione svoltasi al carcere di Matera,i due dirigenti sindacali denunciano pubblicamente ed in  modo esplicito la mancanza di turn-over tra il personale di Polizia Penitenziaria in servizo da molti anni al Provveditorato Regionale dell'Amministrazione Penitenziaria della Basilicata con sede a Potenza.Nel preannunciare azioni legali al fine di ripristinare il rispetto delle leggi nonchè la cessazione di situazioni di privilegio che dura da anni per  alcuni poliziotti, concludono il loro appello-denuncia con questa considerazione: "Questi signori sono convinti che il Provveditore li difenderà fino alla morte". Insomma c'è molto da riflettere sulle denunce fatte dai dai due sindacalisti e,soprattutto,su quest'ultima allarmante ed inquietante frase.


EMENDAMENTO DI RITA BERNARDINI DEL PD ( RADICALI)

Carceri, ok alle visite dei sindaci senza permesso


Passa in commissione Giustizia alla Camera, anche se con modifiche, la proposta presentata dai Radicali di estendere anche ai sindaci la visita senza permesso dei detenuti che si trovano reclusi in un istituto che insiste nel territorio del comune. E il governo, che aveva dato parere favorevole ad un emendamento soppressivo della Lega, secondo quanto riferiscono i parlamentari, e' andato sotto.In realta' la proposta presentata dalla Radicale Rita Bernardini era di estendere, tout court, ai sindaci ed ai presidenti di provincia la possibilita' di visita senza permesso. In commissione e' passato un emendamento 'di compromesso' di Lorenzo Ria (Udc) e sostenuto dal Pd - con parere contrario del governo - che prevede per i soli primi cittadini l'incontro con i detenuti per adempiere alle funzioni loro proprie, secondo quanto previsto dal decreto legislativo 267 del 2000 che dispone, ad esempio come in caso di emergenze sanitarie o di igiene pubblica a carattere esclusivamente locale le ordinanze contingibili e urgenti sono adottate dal sindaco, quale rappresentante della comunita' locale. In commissione e' poi passato un emendamento a firma Bernardini che estende il sindacato ispettivo ai parlamentari europei, come nel cosiddetto dl salvacarceri, specificando "appartenenti all'Italia".

domenica 4 marzo 2012

STOP ALLA PROPOSTA DI LEGGE SUL LAVORO AI DETENUTI



Si ferma in Commissione Bilancio della Camera l'iter della proposta di legge sul reinserimento dei detenuti nel mondo del lavoro, la cui discussione Aula era previsto per oggi. La Commissione Bilancio ha bocciato il testo unitario, nato da più proposte di legge, per mancanza della copertura finanziaria.Le quattro proposte, confluite in un unico testo e presentate da diversi gruppi parlamentari, puntavano all'inserimento dei detenuti nel mondo del lavoro, anche attraverso maggiori sgravi fiscali alle imprese che avessero assunto lavoratori detenuti. La bocciatura da parte della Commissione Bilancio era in qualche modo attesa: già ieri il governo aveva anticipato che per i provvedimenti mancavano le copertura finanziarie. Tra i relatori del testo, anche Alessia Mosca del Pd che aveva spiegato: "la legge prevede un allargamento delle possibilità che oggi sono date dalla legge Smuraglia e cerca di incentivare il lavoro nelle carceri. E' confermato da tutti i dati: si abbatte la recidiva. In Italia è altissima, pari all'80%. Con il lavoro subito dopo la scarcerazione si arriva al 15%. Questa proposta intende aumentare gli incentivi, sottoforma di credito d'imposta, per le aziende che fanno lavorare i detenuti". 
Della stessa idea Renato Farina del Pdl che ieri è intervenuto nell’Aula di Montecitorio dicendo: “incrementiamo il lavoro e chiunque sa di economia e lavoro sa che non ci deve essere invidia sociale se nasce del lavoro. Guai a creare invidia sociale tra quelli che lavorano in carcere e quelli fuori. Più lavoro c'è e più se ne crea. Questa è la grande verità dell'economia. Se chi esce dal carcere non distrugge la sicurezza, incrementa l'economia”.