lunedì 16 gennaio 2012


Roma, evasione da film a Regina Coeli
Fuggono in 2 ma il terzo è troppo grasso


Roma, evasione da film a Regina Coeli Fuggono in 2 ma il terzo è troppo grassoUNA VEDUTA DEL MURO DI CINTA DEL CARCERE DI REGINA COELI DI VIA DELLE MANTELLATE

Proprio come nelle pellicole d'azione, i due, un albanese e un romeno in cella per rapina, hanno segato le sbarre, fatto un balzo di 20 metri e poi si sono calati in strada con le lenzuola legate insieme.

Chissà da quanto tempo stavano programmando la fuga tra le quattro pareti della loro cella. Avevano curato il piano senza tralasciare alcun particolare, tutto doveva essere fatto in pochi minuti: segare le inferriate, saltare con un'acrobazia sul tetto del piano inferiore, correre per una cinquantina di metri e calarsi sulla strada con le lenzuola legate l'una all'altra. Un classico dei film polizieschi, trasformatosi questa notte in realtà, con un pizzico di commedia. E già, perché gli attori protagonisti della "Fuga da Regina Coeli" sarebbero dovuti essere tre e non due, come accaduto. Il terzo, suo malgrado, è rimasto in cella perché "troppo grasso" per passare attraverso il buco nell'inferriata.

Le foto segnaletiche dei due evasi, un albanese di 28 anni ed un romeno di 24 entrambi in carcere per rapina, sono state distribuite a tutte le forze dell'ordine. Controlli a tappeto anche da parte di carabinieri, Guardia di Finanza e polizia penitenziaria, mentre la Procura ha aperto un fascicolo assegnato al pm Paolo D'Ovidio. Il gesto dei due malviventi è stato immortalato anche dalle telecamere di sicurezza dell'istituto e già passate al vaglio degli inquirenti e dei dirigenti del Dipartimento Amministrazione Penitenziaria. Qualcuno, in carcere, ha già affibbiato loro il soprannome di "fuggiaschi acrobati", dopo aver visto il punto dal quale si sono lanciati per darsi alla fuga: 20 metri per passare dalla loro sezione al tetto del piano inferiore. Dopo aver segato le sbarre della loro cella ed aver compiuto il salto si sono diretti verso un palo sul quale sono installate altre telecamere di sicurezza. Qui vi hanno legato delle lenzuola bagnate, per migliorare l'aderenza ed evitare bruciature, e si sono calati in strada. Abilità maturate con gli anni durante i 'colpi' messi a segno in ville e banche. Nel 'palmares' di Altin Hoxha, l'albanese detto 'Occhi di ghiaccio', c'è anche la villa dell'allora allenatore del Perugia Serse Cosmi.

Stupore tra i residenti della zona in cui sorge il carcere di Regina Coeli, nel quartiere di Trastevere. L'unico ad aver visto la corda fatta di lenzuoli ancora appesa è un parcheggiatore, al suo primo giorno di lavoro. "Ho visto queste lenzuola, forse stracci - ha detto - che penzolavano qui dal muro. Probabilmente erano stati legati al palo delle telecamere che avevano spostato per non farsi riprendere". Non si è accorta di nulla, invece, un'altra signora che vive da anni in via delle Mantellate, dove i due banditi sono 'atterrati' prima di dileguarsi per le vie della città.

Inevitabile scoppia la polemica per la situazione delle carceri italiane e per il ridimensionamento del personale della polizia penitenziaria. Il garante dei detenuti del Lazio denuncia una "carenza enorme di agenti", mentre il segretario generale dell'Osapp parla di sovraffollamento. Nel frattempo a Roma è caccia all'uomo, con gli evasi "acrobati" che cercano di dribblare controlli e posti di blocco.

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