Buonasera,
sono un educatore penitenziario, oggi ci chiamano funzionario giuridico
pedagogico ma come si dice cambiano le parole ma la musica è la stessa!
Entrando in carcere ogni giorno vivo sulla mia pelle tutte le cose che voi,
giustamente dite e rivendicate.
Ascolto appena mi è possibile Radio Radicale e tutti i dibattiti sulle
condizioni del carcere e sui modi più giusti per migliorare le condizioni di
vita dei detenuti per primi ma anche degli operatori e condivido pienamente.
Però mi chiedo perché quando parlare di operatori nominate la Polizia
Penitenziaria (e non agenti di custodia come ho sentito dire proprio oggi alla
radio) i direttori, gli psicologi, i medici e addirittura i volontari. Ma
raramente ho sentito parlare degli educatori.
Saprete certamente che come figura professionale lavoriamo a strettissimo
contatto con i detenuti e che condividiamo il peso del lavoro soprattutto con i
colleghi della Polizia Penitenziaria, molto di più di tutte le altre figure
professionali. Ovviamente in una comunità complessa come quella del carcere
ogni figura ha la sua funzione ed è importante a prescindere dal ruolo che
svolge. Tutti cerchiamo di fare del nostro meglio per cercare di rendere la
situazione meno drammatica.
Proprio per questo mi sento “offesa” dal fatto che non ci siano mai parole
anche in nostro favore, come se non esistessimo. Credo che sappiate le tante
competenze dell’educatore penitenziario, il fatto che siamo i primi ad essere
chiamati in causa in situazioni di disagio nella quotidianità dei ristretti, il
fatto che lavoriamo anche noi con organici ridottissimi, il fatto che ci
chiedono di “inventarci” ogni giorno modi che possano contribuire alla rieducazione
dei detenuti, con sempre meno risorse.
Credo che sappiate che facciamo parte dei consigli di disciplina, del gruppo
osservazione e trattamento, che teniamo contatti con la Magistratura di
Sorveglianza e che siamo chiamati a fare moltissime altre cose. La nostra
figura professionale ha oggi un nome per così dire altisonante “funzionario di
area pedagogica”... ma provate ad informarvi a quanto ammontano i nostri
stipendi e metteteli poi in rapporto al carico di lavoro e alle responsabilità
umane e professionali che caratterizzano il nostro lavoro. Apprezzo molto tutto
quello che fate ma per favore dateci almeno la soddisfazione di essere
ricordati come parte della comunità carceraria alle pari delle altre figure
istituzionali e non, perché ne facciamo parte a pieno titolo!