venerdì 30 dicembre 2011

LA RELAZIONE ILLUSTRATIVA DEL PROVVEDIMENTO SUGLI INTERVENTI URGENTI PER IL SOVRAFFOLLAMENTO DELLE CARCERI

 

 

DDL di conversione del DL 22 dicembre 2011, n. 211 - Interventi urgenti per il sovraffollamento delle carceri - Relazione





Disegno di legge di conversione in legge del decreto-legge 22 dicembre 2011, n. 211, recante: "Interventi urgenti per il contrasto della tensione detentiva determinata dal sovraffollamento delle carceri"
Articolato
Il decreto-legge in esame contiene modifiche all’ordinamento processuale e all’ordinamento penitenziario per limitare la gravissima condizione di sovrappopolamento delle carceri.
    L’articolo 1 apporta una duplice modifica all’articolo 558 del codice di procedura penale, in materia di convalida dell’arresto e giudizio direttissimo innanzi al tribunale in composizione monocratica.
    In primo luogo, viene introdotto il divieto di conduzione della persona arrestata nella casa circondariale. A tale divieto è possibile derogare solo quando non sia possibile assicurare altrimenti la custodia dell’arrestato da parte degli ufficiali e agenti di polizia giudiziaria, ad esempio per l’indisponibilità di locali idonei, per ragioni di salute e per ogni altra ragione di necessità (ad esempio, ragioni di sicurezza o di ordine pubblico).
    In questi casi, il pubblico ministero dovrà adottare un provvedimento motivato con cui dispone la carcerazione dell’arrestato, fermo restando che può anche disporne la custodia presso la sua abitazione o dimora. Con le stesse forme, il pubblico ministero potrà disporre la conduzione nella casa circondariale nel caso in cui gli ufficiali e agenti che hanno eseguito l’arresto rappresentino la pericolosità della persona arrestata o l’incompatibilità della stessa con la permanenza nelle camere di sicurezza (articolo 2, comma 1, lettera b)).
    In secondo luogo, in relazione ai casi in cui sia il pubblico ministero, dopo averne avuto la messa a disposizione, a presentare l’imputato al giudice monocratico per la convalida dell’arresto e il contestuale giudizio direttissimo, viene soppressa, per fini acceleratori, la disposizione che consente di fissare l’udienza non entro le quarantotto ore dall’arresto, ma entro le quarantotto ore successive alla richiesta del pubblico ministero.
    Queste modifiche consentiranno di limitare significativamente il numero dei detenuti che vengono condotti nelle case circondariali per periodi di tempo brevissimi (nel 2010, ben 21.093 persone sono state trattenute in carcere per un massimo di tre giorni). In tali casi, la carcerazione risulta particolarmente critica per l’amministrazione penitenziaria; inoltre, appare in contrasto con il principio del minor sacrificio della libertà personale, più volte richiamato dalla Corte costituzionale. Essa, infatti, non è giustificata né da esigenze processuali né da istanze di difesa sociale, giacché si tratta di persone delle quali, all’esito della convalida dell’arresto e del giudizio direttissimo, il giudice molto spesso dispone la scarcerazione.
    L’articolo 2 modifica l’articolo 123 delle norme di attuazione, di coordinamento e transitorie del codice di procedura penale, di cui al decreto-legislativo 28 luglio 1989, n. 271, stabilendo che non soltanto l’udienza di convalida dell’arresto e del fermo, ma anche l’interrogatorio delle persone che si trovino, a qualsiasi titolo, in stato di detenzione, deve avvenire nel luogo dove la persona è custodita. Soltanto in presenza di eccezionali motivi di necessità, l’autorità giudiziaria potrà disporre, con decreto motivato, il trasferimento per la comparizione davanti a sé del detenuto.
    Questa misura è destinata a limitare il trasferimento delle persone detenute da parte delle forze di polizia, con importanti effetti sia sul piano della sicurezza sia sul piano economico.
    L’articolo 2 inserisce, altresì, nelle norme di attuazione del codice di procedura penale il nuovo articolo 123-bis, in materia di custodia dell’arrestato nei casi previsti dall’articolo 558 del codice.
    L’articolo 3 del decreto-legge prevede l’innalzamento da dodici a diciotto mesi della soglia di pena detentiva, anche residua, per l’accesso alla detenzione presso il domicilio; restano invariate le altre disposizioni della legge 26 novembre 2010, n. 199, in particolare i commi 1 e 2 dell’articolo 1 che, rispettivamente, limitano al 31 dicembre 2013 la vigenza della medesima legge n. 199 del 2010 e stabiliscono le cause ostative alla detenzione domiciliare.
    Per effetto di tale modifica, il numero dei detenuti che potranno essere ammessi alla detenzione domiciliare, in base alla legge del 2010, potrà quasi raddoppiare; agli oltre 3.800 detenuti fino ad oggi effettivamente scarcerati se ne potranno aggiungere altri 3.327 (il risparmio di spesa sarà pari a 375.318 euro al giorno).
    L’articolo 4 autorizza la spesa di eura 57.277.063 per far fronte alle necessità di edilizia carceraria. L’adeguamento, il potenziamento e la messa a norma delle infrastrutture penitenziarie costituiscono misure indispensabili per ridurre lo stato di tensione detentiva derivante dal sovrappopolamento degli istituti penitenziari. Ai fini della copertura è prevista l’utilizzazione delle risorse che si rendono disponibili a seguito della riduzione dell’autorizzazione di spesa di cui all’articolo 47, secondo comma, della legge 20 maggio 1985, n. 222, relativamente alla quota destinata allo Stato dell’otto per mille dell’imposta sul reddito delle persone fisiche (lRPEF), per l’anno 2011.
    L’articolo 5 contiene la norma di copertura finanziaria, che esclude la sussistenza di nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio dello Stato, posto che all’attuazione delle disposizioni del decreto-legge si provvederà mediante l’utilizzo delle risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente e senza nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio dello Stato, ad esclusione di quelle relative all’adeguamento, al potenziamento e alla messa a norma delle infrastrutture penitenziarie, di cui all’articolo  4.
    L’articolo 6 stabilisce che il decreto entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.

mercoledì 21 dicembre 2011

L'intervista a Repubblica del Ministro della Giustizia




Nell’intervista rilasciata a Liana Milella, di Repubblica, il nuovo ministro della Giustizia, Paola Severino ha spiegato quali sono le sue priorità: una legge per migliorare la situazione nelle carceri italiane e un maggiore impegno nella lotta contro la corruzione
Non le sembri bizzarro, ma le chiedo subito quale legge vorrebbe che fosse battezzata “legge Severino”?
“Sicuramente una che riguarda il carcere”.

Lei ha intenzione di continuare a fare politica dopo questa esperienza? Si candiderà alle elezioni?
“Mi considero un cittadino qualunque cui è stato chiesto di ricoprire una funzione pubblica, quando essa cesserà io tornerò a fare il cittadino qualunque”.

Quando Monti le ha proposto di fare il Guardasigilli ha pensato all’eredità pesante che avrebbe raccolto sulla giustizia?
“Sono pienamente consapevole della serietà dei problemi che ruotano intorno a questo mondo, ma ho sempre pensato che le difficoltà non debbano scoraggiare nessuno, specie quando si tratta di compiti istituzionali”.

Lei garantisce che non proporrà, né asseconderà leggi ad personam come quelle di Berlusconi?
“Non ho mai pensato alla legge come un qualcosa che possa essere contro qualcuno o a favore di qualcuno. Il legislatore deve intervenire quando c’è bisogno. Sicuramente, ad esempio, c’è bisogno di una riforma dei delitti contro la pubblica amministrazione, perché il comune sentire sociale lo richiede e perché ci sono figure giuridiche nuove da inserire nel codice come la corruzione privata all’interno delle imprese, e cioè una forma di corruzione che non riguarda solo i pubblici ufficiali”.

Il terreno è assai delicato, da anni oggetto di scontro. Lei si tufferebbe nel ginepraio?
“Una buona riforma dei delitti contro la pubblica amministrazione dev’essere preceduta da un intervento di revisione delle procedure decisionali e di gestione. Proprio per questo, con il ministro dello Sviluppo economico Passera e della Funzione pubblica Patroni Griffi, stiamo costituendo un tavolo di confronto per la semplificazione dei rapporti tra pubblica amministrazione e impresa”.


martedì 20 dicembre 2011

I problemi del carcere di Melfi all'attenzione del Provveditore regionale




Continua l'infaticabile attività del Provveditore regionale dell'Amministrazione Penitenziaria della Basilicata,dr. Salvatore ACERRA,il quale sta cercando di dare risposte concrete ai problemi, strutturali e non,degli istituti penitenziari lucani.
In riscontro ad una richiesta di chiarimenti di Manniello,Segretario Regionale dell 'O.S. Sappe,il dr. Acerra ha comunicato che il problema della rete fognaria del carcere di Melfi dovrà essere risolto con " la realizzazione di una nuova rete di scarico di acque nere al fine di collegare l'istituto al collettore principale della Città".
A tal fine lo stesso Dirigente Generale è intervenuto formalmente sull'Amministrazione Centrale per il finanziamento dell'opera.

domenica 18 dicembre 2011

ROMA 21 DICEMBRE 2011,ORE 11.00

 Il 21 dicembre 2011,alle ore 11.00,al Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria si terrà la cerimonia di scoprimento dlla nuova lapide commemorativa dei caduti dell'Amministrazione e successivamente sarà presentato il nuovo calendario 2012 della Polizia Penitenziaria.

venerdì 16 dicembre 2011

CONVOCATA PER GIORNO 22.12.2011 LA COMMISSIONE DI GARANZIA




Il DAP ha convocato per giorno 22 dicembre 2011 la Commissione di Garanzia di cui all'art. 29 del D.P.R. n. 164/2002.
All'ordine del giorno le  richieste d'intervento avanzate dalle OO.SS. CISL e OSAPP avverso delibere di alcune Commissioni Arbitrali Regionali.

mercoledì 14 dicembre 2011

domenica 11 dicembre 2011

LA RIVOLTA DI ANCONA

Il comunicato del DAP sulla rivolta di Ancona

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Ragione della protesta è stata quella di solidarizzare con un detenuto che a sua volta, essendo in custodia cautelare, protestava la sua innocenza, per dare forza alla sua richiesta di ascolto da parte dell' autorità giudiziaria procedente, si era cucito le labbra. Convinto dal personale dell' istituto a desistere dall'atto autolesivo, si era sottratto al controllo e aveva fatto ritorno in sezione. A quel punto altri detenuti hanno inscenato la detta manifestazione di protesta in segno di solidarietà. Il capo del DAP Franco Ionta assicura che la situazione è stata correttamente affrontata dai responsabili dell'istituto e ricondotta alla normalità. Le condizioni del carcere di Ancona sono comunque difficili come lo stesso capo del DAP ha rilevato nella visita effettuata mercoledì scorso. Inparticolare desta preoccupazione la carenza del personale, i dati del sovraffollamento e le condizioni degli impianti docce che rilevano preoccupanti infiltrazioni d'acqua. Il DAP conclude segnalando che alla direzione è stata chiesta una relazione aggiornata sul personale distaccato in altre sedi e che la direzione generale dei beni e dei servizi verificherà in tempi brevi gli interventi opportuni da adottare

martedì 6 dicembre 2011

IL DAP CONVOCA I SINDACATI PER NUOVO ACCORDO QUADRO



Convocati per giorno 12 dicembre 2011 le OO.SS. del comparto sicurezza per la prosecuzione della discussione finalizzata alla stesura del nuovo Accordo Quadro Nazionale d'Amministrazione per il personale appartenente al Corpo di Polizia Penitenziaria.
Il Capo del DAP,Pres. Ionta,al fine di velocizzare la conclusione dei lavori, ha proposto ai sindacati la costituzione di un gruppo di lavoro misto Ammministrazione/Sindacati.

domenica 4 dicembre 2011

SALONE DELLA GIUSTIZIA - GENOVA 2011

Al Salone della Giustizia 2011,che si è aperto a Genova in data 20 novembre,erano presenti il Minsitro della Giustizia,Severino,assieme al Capo del DAP Ionta ed al Vice Capo Matone. L'Amministrazione penitenziaria partecipa all'edizione con autovetture,mezzi e strumentazione propri del Corpo di Polizia Penitenziaria.
In passato la manifestazione non aveva mai registrato una presenza così massiccia e significativa dei vertici del Ministero della Giustizia.
Il Ministro Severino ha fortemente voluto presenziare all'inaugurazione del Salone della Giustizia.
Il Ministro della Giustizia SEVERINO  tra il Capo del DAP IONTA ed il Vice Capo MATONE

ANNO 2010 - DETENUTI LAVORANTI

Detenuti lavoranti nelle carceri italiane